CURA, TERAPIA ED INTERVENTO PER IL TUNNEL CARPALE

La Sindrome del Tunnel Carpale (STC) è una neuropatia secondaria alla compressione del nervo mediano al polso, nel suo passaggio attraverso il canale formato dalle ossa carpali sulle quali è teso il legamento traverso del carpo. Il nastro fibroso del legamento costituisce il tetto del tunnel stesso, inserendosi, da un lato, sulle ossa scafoide e trapezio e dall’altro sul piriforme ed uncinato, il pavimento del tunnel e’ costituito dal radio e dall’ulna sopra cui passano i tendini flessori delle dita.

La causa piu’ frequente della compressione puo’ essere legata all’aumento dello spessore del “soffitto” del canale, formato dal legamento palmare trasverso. Traumi ripetuti (legati al lavoro), malattie di tipo reumatico e a modificazioni ormonali (ad esempio, la menopausa o la gravidanza) possono essere altre cause. Meno frequenti sono motivi legati a cisti o i lipomi all’interno del canale carpale, esiti di fratture del polso che possono rendere irregolare il “pavimento” del tunnel. L’edema della guaina sinoviale dei tendini flessori, caratteristica del sesso femminile in rapporto con le alterazioni ormonali, puo’ restringere lo spazio a disposizione del nervo, può essere anche la conseguenza di attivita’ lavorative che comportino sforzi fisici ripetuti interessanti il polso e la mano (macellai, elettricisti, sarti) o persone che passano diverse ore della giornata  con il mouse del computer. Tuttavia spesso non esiste una causa unica quanto un insieme di fattori concausali che associati ad un ispessimento fibroso del legamento traverso idiopatico (senza una motivo conosciuto) porta alla compressione del nervo mediano.

La Sindrome del Tunnel Ccarpale colpisce soprattutto le donne, per lo più tra i 30 e i 70 anni. Essa è particolarmente frequente nei pazienti con artrite reumatoide, diabete, ipotiroidismo e insufficienza renale (in dialisi). Nelle fasi iniziali della patologia la STC si manifesta con formicolii, sensazione di intorpidimento o gonfiore alla mano, a volte bilaterale, prevalentemente alle prime tre dita della mano e in parte al quarto dito, soprattutto al mattino e/o durante la notte; successivamente compare dolore che si irradia anche all’avambraccio, sintomi definiti “irritativi”. Se la patologia si aggrava compaiono perdita di sensibilità alle dita, perdita di forza della mano, atrofia dell’eminenza muscolare alla base del pollice (thenar). I sintomi cosi’ come sono descritti dal paziente sono la componente più importante per la diagnosi. È comunque utile l’elettromiografia (EMG). L’EMG è l’esame che misura la velocità con cui uno stimolo elettrico è trasportato lungo il nervo mediano dal cervello alla mano e viceversa; l’esame inoltre valuta l’attività dei muscoli che ricevono lo stimolo dal nervo stesso. Nel caso in cui ci sia un ostacolo, l’EMG evidenzia una diminuzione della velocità con cui gli stimoli stessi passano lungo il nervo. L’esame di per se non e’ diagnostico, ma e’ fondamentale a comprovare il sospetto clinico di STC.La terapia della STC e’ conservativa se non ci sono deficit di forza, sensibilità o severe anomalie all’esame EMG. E’ importante, comunque, non ritardare troppo l’intervento in quanto possono permanere esiti se la fase compressiva permane a lungo possono; il paziente in terapia conservativa deve pertanto essere controllato periodicamente. Il trattamento conservativo si basa sulla ricerca di abitudini nocive per effettuare cambiamenti di posizioni lavorative (posizione o altezza scrivania, tastiera PC o mouse gesti lavorativi ripetitivi). L’utilizzo di tutori per il polso (specialmente di notte) puo’ essere indicato associato anche a fisiochinesiterapia ed ai farmaci antinfiammatori non steroidei ed a complessi vitaminici del gruppo B associati ad acido alfalipoico. Si possono eseguire infiltrazioni locali con corticosteroidi nei casi in cui si sospetti che la causa risieda nell’ipertrofia e l’edema della guaina sinoviale dei tendini flessori. Se i sintomi persistono è necessario l’intervento chirurgico. Esso ha lo scopo di eliminare la compressione sul nervo mediano. L’intervento e’ di breve durata e viene effettuato in in l’anestesia locale anche in Day Hospital.Lo scopo dell’intervento e’ di sezionare il legamento trasverso, in modo da allargare le dimensioni del tunnel carpale (liberando quindi il soffitto!) ed aumentare lo spazio a disposizione del nervo. Dopo l’intervento viene applicato un bendaggio non rigido. È necessario tenere la mano elevata e fare esercizio muovendo le dita. Già dal giorno successivo è possibile effettuare qualche piccola attività con la mano (allacciare bottoni, impugnare una posata, scrivere). Non si devono fare sforzi o movimenti bruschi o ripetuti. I punti generalmente riassorbibili non devono essere rimossi.

Per effettuare una visita a Roma (nel Lazio) o a Vibo Valentia (in Calabria) cliccare qui