CURA, TERAPIA ED INTERVENTO PER LA MALATTIA DI DE QUERVAIN

La Malattia di De Quervain è una patologia infiammatoria che interessa i tendini dell’estensore breve e dell’abduttore lungo del pollice al passaggio nel primo canale degli estensori a livello del polso. Colpisce più frequentemente il sesso femminile in un’età compresa tra i 30 e i 60 anni, spesso interessa donne che hanno partorito da poco o nei primi mesi di vita del bambino. Può colpire anche categorie di lavoratori manuali che utilizzino con movimenti ripetuti e microtraumatici la mano ed il polso ed in special modo il primo dito.

 Il sintomo caratteristico è il dolore invalidante a livello del versante radiale del polso, specialmente quando si stringe il pugno contro resistenza per sollevare un peso o si usa il pollice estendendolo. Generalmente è presente una tumefazione dolente a livello della stiloide radiale (protuberanza ossea del radio verso il polso). Il dolore viene accentuato dalla deviazione forzata del polso in direzione ulnare con il pollice chiuso dalle altre dita. La diagnosi è clinica ma è utile eseguire l’esame radiografico del primo raggio per la diagnosi differenziale con la rizoartrosi (vedi artrosi trapezio-metacarpale).

Trattamento: nelle fasi iniziali può essere sufficiente un periodo di riposo da sforzi e attività a rischio associato al tutore di posizione del primo raggio (da usare anche la notte) ed applicazioni della borsa del ghiaccio. E’ consigliata l’assunzione di farmaci anti infiammatori non-steroidei in associazione ad un ciclo di fisioterapia (Tecar, laser o ultrasuoni). Se persiste la sintomatologia o se si vuole accellerare la guarigione si possono effettuare infiltrazioni (a volte ne basta una) di cortisone combinato con anestetico. Nel caso di fallimento delle cure conservative il trattamento chirurgico (apertura canale e tenolisi) viene eseguito in anestesia locale ed in regime di day-hospital. Il trattamento postoperatorio prevede l’applicazione di un bendaggio rigido che limita la motilità completa del pollice per una settimana ma permettere dal primo giorno l’esecuzione dei movimenti necessari per le attività quotidiane elementari.

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